Art & Wine pairings


Quando un vino e una pietanza si abbinano alla perfezione si parla di matrimonio d'amore.

E non stupitevi per la stravaganza di questa espressione, perché è proprio di questo che si tratta.

I sapori si sposano letteralmente tra di loro. Il cibo e il vino combinano le proprie caratteristiche dando vita a un accordo perfetto: c'è chimica, affinità, compatibilità.
Proprio tutto quello che serve a un buon legame.

Quando si decide di abbinare un vino a un prodotto che non può essere fruito attraverso le papille gustative, la definizione di "matrimonio" può ragionevolmente apparire inappropriata. Prima di tutto manca il cosiddetto "nido d'amore" rappresentato dalla nostra bocca, nella quale si combinano i sapori e si valorizza ogni particolarità di ciò che si sta degustando; in secondo luogo, l'arte, in quanto prodotto della spiritualità umana (Brandi, 1963), presenta una moltitudine di approcci capaci di relazionarsi e confrontarsi con il vino in altrettanti modi.

Per questo ritengo che la definizione di Art & Wine pairing sia più adatta per indicare l'attività di cercare il vino giusto per la giusta opera d'arte e viceversa: il rapporto tra arte e vino può essere comparativo; tematico; storico; geografico; e così via fino all'infinito, ma nella pratica, è improbabile se non impossibile analizzare entrambi gli attori coinvolti in una analisi organolettica (a meno che non vogliate provare a dare una bella leccata a un dipinto di Van Gogh, finendo inevitabilmente in manicomio).
Un'espressione sufficientemente breve e generica per raccogliere l'intero vasto panorama offerto da due prodotti della cultura umana.





Cesare Brandi, Teoria del Restauro, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1963, p.4

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