sabato 14 aprile 2012

Frieda Kahlo e il Vin Santo

Di ritrovarmi una sera a sfogliare un libro con su illustrati i dipinti di Frieda Kahlo bevendo tequila, sinceramente, non me lo auguro.
Eppure, così a bruciapelo viene istantaneo pensare che l'arte di una donna così forte e dall'autoironia pungente, così legata alla sua terra natia si leghi perfettamente a un distillato forte, penetrante e persistente come la tequila.
In realtà, osservando per qualche minuto ognuno dei suoi dipinti è possibile scorgere qualcos'altro aldilà di quel mono-sopracciglio un pò corrugato, spesso accompagnato da un broncio autorevole. Frieda non ebbe una vita facile, oltre ad esser nata con problemi di salute (spina bifida), fu anche vittima di un incidente in autobus all'età di 17 anni. Questo triste episodio oltre ad avere un impatto significativo sulla sua salute lo ebbe anche nella sua vita sentimentale: mentre lei rimase costretta nel suo letto a baldacchino, il suo amore giovanile, Alejandro, lasciò il Messico per studiare in Europa e fu così che lei si accompagnò per il resto della sua vita a quel ciccione donnaiolo di Diego Riviera (che fu un ottimo pittore, ma un pessimo marito).
Molti conoscono questa storia, come molti conoscono i suoi famosi autoritratti che sembrano comunicare una fiera superiorità a tutta questa enorme sfiga.


"Cosa pensi, che sia un bastone e un paio di corna
a farmi deprimere e a farmi smettere di dipingere? Credi che io mi senta brutta solo perchè in Messico ai primi del '900 non è stata ancora diffusa la ceretta per baffi e sopracciglia? Ma vedi d'annattene, che io sto meglio di tutti, c'ho pure un esercito di scimmie personale, tiè!"

Non so cosa suggerisce a voi, ma io ho sempre voluto sentirmi dire questo dai suoi autoritratti. In queste immagini, che conosco e ammiro sin da quando ero bambina (e collezionavo i fascicoli di artista junior), negli anni ho trovato un modello: una signora che mi ha insegnato ad
apprezzare me stessa con i miei pregi e con i miei difetti e che mi ha dimostrato che non ci sono ostacoli impossibili da superare.

Eppure...

Eppure per quanto tu voglia mitizzare qualcuno, man mano che ne approfondisci la conoscenza scopri cose che si allontanano dall'idea che inizialmente ti sei fatto. Ecco che Frieda smette di evidenziare la sua forza e il suo carattere per confidarsi e mostrare ciò che intimamente prova.
Tristezza,
dolore,
nostalgia,
forse anche un pò di solitudine.

Ma sia chiaro, il suo non è un dolore che suscita compassione, non si prova pietà.
Frieda è come quell'amica che fa sempre battute, è sempre pronta a bere, ridere e cantare in compagnia, per poi rimandare le sue riflessioni e le sue lacrime non appena sarà di nuovo sola. Quando Frieda, inaspettatamente, confessa ciò che sente si prova solo tanto amore, tanta vicinanza e tanta comprensione.

Quando sfoglio un libro con le opere di Frieda mi viene una gran voglia di bere del Vin Santo. Perché è forte ed è dolce. Certe volte neanche mi soffermo troppo ad individuarne tutti i profumi, avvicino il naso al bicchiere giusto il tempo per avvertire la sensazione forte dell'alcol, presente in dosi massicce, per poi prendere un sorso e venir sorpresa dalla dolcezza. Come succede con Frieda.
Se una sera vi vien voglia di abbinare le opere di Frieda al Vin Santo, ce n'è uno in particolare che mi piacerebbe consigliare: Vin Santo del Chianti Classico DOC Occhio di Pernice, prodotto da Melini.
E' un vino molto alcolico (18,5%), ottenuto da Sangiovese (52%) e Canaiolo (48%) che mi è piaciuto moltissimo per la sensazione tattile che si avverte all'interno della bocca: dopo una breve ma intensa pungenza iniziale, la lingua viene avvolta da una leggera patina glicerica, morbida, che aiuta a diffondere tutto il liquido all'interno del cavo orale. In questo modo si riesce a percepire, insieme alla tipica dolcezza del Vin Santo, una lieve ma significativa nota acidula, che rende tutto più fresco ed interessante.
Così come in bocca, anche al naso scopriamo due aspetti contrapposti: la "botta" alcolica iniziale che, una volta svanita, introduce profumi dolci di frutta candita e frutta secca.
Infine, il colore ricorda lievemente quello dell'incarnato dell'artista nei suoi dipinti (perchè in foto si riscontra invece un colorito decisamente più scuro, più da Pedro Ximénez)!
Trovo che questo sia il vino perfetto per essere abbinato all'opera di Frieda Kahlo dal momento che in quasi tutte le fasi della degustazione presenta dei duplici aspetti, stridenti e contraddittori tra loro, che mi fanno pensare ad una persona complessa ma completa.

9 commenti:

  1. Mi piace da morire! E ora che ho letto l'articolo..Voglio assaggiare del Vin Santo :D
    Continua così frappolina :*

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  2. Bravissima!!! E' molto bello, continua a scrivere così! :D

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  3. bello, interessante e per niente noioso U.U
    fla'

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  4. Brava frappa, mi piace molto il tono informale che tieni in questo tuo primo post! Non è nè altezzoso nè da trattoria casareccia, usi termini appropriati e lasci che anche un'ignorante come me possa capire e quasi sentire il sapore del vin santo!
    Come ha detto sarah, anche a me è venuta voglia di assaggiarlo!
    Sono curiosa di leggere come abbinerai Dalì, quando lo andra/andremo a vedere!
    Continua così, mi raccomando!
    :*

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  5. Ora pare banale se scrivo anch'io che è stato davvero interessante e comprensibil, ma è davvero così! Brava! Brava! E brava!

    Andiamo a vedere Dalììì!!♥

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  6. Dovrei ritenermi offesa solo per il fatto che non mi hai parlato di questo nuovo blog!! :D però ti perdono perchè è stato davvero piacevole leggerti, hai sempre idee interessanti e fantasiose. Come dicono i tuoi amici, anche i meno esperti provano curiosità nell'assaggiare questo/i vino/i (metto il plurale perchè sono sicura e allo stesso tempo spero presto in nuovi post :) ) un abbraccio, continua così!!! Sara B.

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  7. XD
    non volevo farmi troppa pubblicità, sono ancora in fase di sperimentazione! Sarai la prima ad essere informata della mia prossima pubblicazione! :D
    Grazie per il bel commento! :***

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